— 149 — Oltre a questo esempio di Sokol1 ne riferisce altri di apparecchi caduti in mare sulla via del ritorno ed inutilizzati. Da parte nostra, per quanto riflette l’idroaviazione, nel rimanente corso del 1915 Venezia e Grado furono le stazioni del Nord che svilupparono maggiore intensità combattiva. Semprechè le condizioni meteorologiche lo consentivano, i nostri apparecchi col concorso dei francesi si recavano in volo di ricognizione su Pola per segnalare le dislocazioni del naviglio nemico2, specialmente quando, sul finire dell’anno, si aveva ragione di ritenere che una parte della flotta austriaca si sarebbe spostata nell’Adriatico meridionale per ostacolare il rifornimento che noi facevamo ai Serbi durante la loro ritirata a Valona e a Durazzo. In minore numero furono le azioni di bombardamento e spesso compiute con apparecchi isolati. In questi primi mesi, fra i nomi dei pochi arditi ed instancabili piloti, specialmente rifulse quello del tenente di vascello Giuseppe Miraglia, di cui « la volontà nel compiere la missione affidatagli non conosceva barriere ». Le sue missioni, idrovolante, L 45, ammarato in vicinanza per recargli ainto. Questo durò parecchia fatica a rialzarsi e dovè nuovamente ammarare a 16 miglia da Punta d’ Ostro dove fu preso a rimorchio da nna torpediniera. 1 Vedi opera citata. 2 II 1° luglio un apparecchio francese bombardò il sommergibile U 11 producendogli qualche avaria.