— 502 — sione d’imbarco serba, e prese a rimorchio un pontone e tre velieri, lasciando deserto l’ancoraggio di S. Giovanni la sera del 24 gennaio; partirono anche i pochi marinai italiani che da due mesi guidati dal t. di v. Legnani, instancabili ed esposti alle intemperie e all’offesa aerea e marittima del nemico, avevano diretto e dato impulso coU’esempio al pesante lavoro degli sbarchi degli approvvigionamenti e dell’imbarco dei fuggiaschi. Nell’uscire dal porto il convoglio fu attaccato senza successo da un sottomarino ed un siluro passò a pochi metri dall’animoso : arrivò felicemente a Brindisi la mattina seguente avendo eseguito pienamente la sua missione. Quando questa spedizione lasciava Medua, l’ultima retroguardia serba era a 30 chilometri di distanza, in marcia su Durazzo. Due brigate austriache avevano già occupato Scutari il giorno precedente, ed un’altra era scesa lungo la Boiana; e mentre i nostri caricavano gli ultimi cannoni, le prime pattuglie nemiche, avanzando, erano giunte a pochi chilometri da S. Giovanni sulle strade che vi conducono dalla Boiana e da Scutari. Della famiglia reale serba non era rimasto in Albania che il principe Alessandro, il quale aveva proseguito per Durazzo. Colà si trattenne fino al 6 febbraio, nel quale giorno parti per Corfù con un cacciatorpediniere francese.