— 148 — e di battere colpi piccoli ina frequenti sulla costa orientale della nostra penisola. Da Trieste, da Pola, da Sebenico e da Cattaro, gli idrovolanti a. u., a gruppi di due o tre, continuarono ad esplorare e bombardare Venezia e gli apprestamenti militari oltre confine sul golfo di Trieste, cercando di disturbarne ed arrestarne lo sviluppo, le navi che incontravano in mare, le basi aeree, le città più cospicue della sponda adriatica. Così alle incursioni già ricordate e alle molte altre sulla laguna veneta, possiamo aggiungere quelle su Bari e su Brindisi il 1° giugno, su Monopoli il 12 giugno, su Bari di nuovo il 17 giugno, su Brindisi il 20, su Ortona e Termoli il 25. Ma mentre questi lanci erano poco più che dei colpi di spillo e non producevano effetti apprezzabili, gli apparecchi non tornavano sempre immuni agli aeroporti. Il giorno 17 luglio, infatti, tre aeroplani nemici volarono all’alba sopra Bari prendendo di mira con bombe di 500 kg. la stazione ferroviaria, il semaforo e, senza colpirlo, il sommergibile Aautilus che era uscito da Barletta. Si ebbero sei morti e quindici feriti, ma uno degli apparecchi caduti in mare presso Barletta fu rimorchiato in porto ed i due aviatori furono fatti prigionieri1. 1 Un altro degli idrovolanti, lo L 49, colpito da parecchi colpi di fucileria e mitragliere e pare anche nel serbatoio della benzina dovè ammarare a 5 mg da Bari. Non potendo rialzarsi in volo fu affondato dal suo equipaggio, che fu preso a bordo del terzo