— 411 — munizioni da guerra, e credono che 1’ Ftaiia manderà fortissimi contingenti per aiutarli a sostenere Furto austro-bulgaro, persuasi che senza una numi rosa armata di soccorso gli avanzi dell’esercito serbo, preceduto dalla lunga miseranda folla di prigionieri tedeschi, si rovesceranno sopra Valona in spaventevole confusione per cercare pone e sicuro asilo». Il governo italiano non era insensibile a questi reiterati appelli, ed insieme con i governi alleati si preoccupava di quanto avveniva e delle gravissime evenienze che le comunicazioni delle autorità nostre sull’altra sponda lasciavano prevedere possibili. Ma sarebbe stato necessario un miracolo per porre pronto rimedio ad un simile stato di cose. La presenza a Valona del corpo di spedizione del generale Bertotti, composto di reparti bene armati, già abituati alla guerra e uniti da una disciplina militare esemplare ebbe, come doveva avere, l’effetto immediato di tranquillizzare gli animi nella città e nei dintorni, fin dove giungeva la nostra occupazione. Tale effetto si estendeva anche al di là dei limiti del nostro campo trincerato fra le popolazioni dell’ interno. Il prestigio che da esso emanava serviva a rianimare quanti erano alieni da trame e da lotte, e teneva a bada i numerosi mestatori di professione. Una tale influenza morale andava però attenuandosi, come è naturale, coll’aumentare della distanza da Valona. D’altro