raggio1, era venuto alla superficie e navigava per imboccare il passo del Lido, allorché fu silurato a breve distanza dal sommergibile U 11. Questo, avendo rilevato come le siluranti italiane passavano con piena confidenza in prossimità del ga-vitello-segnale, si era appostato in agguato nelle sue vicinanze in attesa della preda. Spezzato in due, il Medusa affondò rapidamente; l’ufficiale in 2% t. di v. Carniglia, un sotto capo elettricista ferito e tre altri marinai furono gli unici superstiti, raccolti in acqua all’estremo delle loro forze e fatti prigionieri dallo stesso sommergibile U 11 venuto a galla più tardi \ Sfortunatamente, nonostante che il siluramento avvenisse a sole undici miglia dal Lido, a causa della foschia mattinale non fu avvertito nè da terra, nè da una torpediniera allontanatasi da quei paraggi pochi minuti prima. Mancò quindi ogni intervento, e VU 11 indisturbato potè impunemente restare fermo alla superficie il tempo necessario per raccogliere i naufraghi, e riuscì poi 1 La foschia, che, frequente nei paraggi di Venezia, special-mente nelle ore mattutine, impediva di vedere e riconoscere i punti cospicui della costa, sui quali potevasi regolare la rotta d’atterraggio, aveva reso necessario l’ancorare al largo alcuni gavitelli di riconoscimento, sia per evitare i banchi di torpedini della difesa ravvicinata, sia per imboccare con maggior sicurezza li passi d’entrata nella Laguna. 2 Soltanto per le insistenze energiche del t. v. Carniglia il comandante dell*U 11, che avrebbe voluto abbandonare sul gavitello il s. capo ferito, lo prese invece a bordo.