guato due miglia a Sud dell’ isola, allorché avvistò i cacciatorpediniere nemici che si avvicinavano dal N N O. Si portò subito al Nord per prendere posizione d’attacco e lanciò infatti un siluro a 500 m. di distanza contro il Balaton, ma questo lo schivò manovrando; inseguito da una delle siluranti, VAmpère dovè per qualche tempo prendere caccia, ed allontanarsi verso ponente. Ritornato poco dopo nella zona di combattimento, giunse appena in tempo per assistere all’allontanarsi delle navi austriache, che, riunite, dirigevano per la loro base1. Anche questa volta il nemico era riuscito a ritirarsi incolume, ma il proposito di scacciare il presidio italiano era fallito per la buona organizzazione difensiva e per la bella resistenza opposta. Nonostante che quei marinai si trovassero per la prima volta ad essere bersaglio di un fuoco vivace di artiglierie, e dovessero sopportarlo passivamente non avendo il mezzo di reagire, tennero saldamente i loro posti animati dalla parola e dall’esempio dei loro ufficiali, sottotenenti di vascello Da Zara e Vallauri e tenente del C. R. E. Abbundo. 1 11 comando della 2* squadra mandò da Brindisi a Pelagosa 1’ incrociatore inglese Topaze con tre cacciatorpediniere per dare aiuto al presidio dell’ isola, ma,