— 260 — piccolo naviglio, di capacità nautiche limitate, non fosse cimentato con tempo cattivo senza effettivo bisogno, e che fossero stabiliti dei turni adeguati di riposo, per dare a ciascuna unità la possibilità di provvedere col proprio personale ed a regolari intervalli alla manutenzione e alle rettifiche dei vari organi. Prese anche occasione dell’abbandono di Pelagosa per scrivere al comando in capo dell’armata il 27 agosto 1915 : « Con lo sgombero di Pelagosa sono cessati gli impegni che la sua occupazione imponeva al nostro naviglio leggero per proteggerne i periodici rifornimenti e per eventuale concorso alla sua difesa. Per i motivi di cui V.A.R. apprezzerà certamente tutta l’importanza, è necessario limitare per quanto è possibile i servizi di detto naviglio allo scopo di evitare il bisogno di frequenti riparazioni ed ottenere che le unità temporaneamente immobilizzate costituiscano un’aliquota relativamente piccola della forza complessi-sa di ciascun tipo ». « Occorre tener presente », aveva scritto in una circolare precedente (30 luglio) sullo stesso argomento, « che la guerra può durare molto a lungo, e che la necessità di una intensa ed energica azione navale per il conseguimento di obbiettivi di primaria importanza nei riguardi del successo finale, potrebbe presentarsi anche fra parecchi mesi. Sono adunque esigenze di ordine superiore che impongono di attenersi ai criteri suesposti ».