— 187 — data 24 luglio le istruzioni che ingiungevano di non correre rischi che non promettessero di essere compensati dai risultati : « È mio intendimento .... che la flotta non debba assolutamente esporsi a perdite, le quali non siano prevedibilmente compensate da vantaggi corrispondenti, ovvero da perdite all’ incirca equivalenti, meglio superiori, da parte del nemico : se questa condizione risultasse assicurata soltanto dal possesso dei mezzi dei quali ora non disponiamo, sarebbe imprescindibile dovere ed obbligo di subordinare a questa situazione di fatto le azioni e le operazioni navali, nonché la condotta della guerra marittima in genere; imperocché qualunque prematuro logorio aumenterebbe a favore del nemico il rapporto delle capacità offensive antagoniste. «Ancora ripeto che la guerra potrà essere lunga; che per il suo carattere completamente mutato è indispensabile serbare le maggiori unità per contrapporle al momento opportuno a quelle dell’avversario; che l’ardimento può essere funestissimo se non accompagnato da scaltrezza, avvedutezza e da tutti i provvedimenti che valgano ad assicurare la segretezza delle nostre intenzioni e la sorpresa del nemico. E poiché quando questa fallisse, l’agguato nemico invece non fallirebbe, converrà attendere altra propizia occasione. Ogni impazienza può essere grandemente nociva». Appariva d’altronde sempre più chiaramente che il nemico per nessuna ragione si sarebbe pie-