— 517 — in queste circostanze grandissimo tatto e jpaziente senno nell’eliminare ostacoli, nel vincere difficoltà ed interferenze, nell’applicare provvedimenti accuratamente studiati per l’organizzazione dei vari servizi, per l’ordinamento dei convogli e per la loro protezione. S. A. R. il Duca degli Abruzzi non si limitava a dare direttive generali, ma ne curava con la presenza e l’azione diretta l’applicazione particolare, e trovava in ogni campo esecutori appassionati ed instancabili che, senza darsi turno, solcavano le acque dell’Adriatico e dell’ionio pronti ad usare il cannone od il siluro, ovvero seminavano torpedini, tendevano ostruzioni, stabilivano artiglierie, approntavano difese, caricavano e scaricavano piroscafi con mezzi improvvisati, prodigavano cure a feriti, ad infermi, a colerosi, apprestavano i mezzi logistici occorrenti. Pur essendo stato validissimo e ammirevole il concorso che la marina inglese e la francese poterono darci là dove i nostri mezzi non bastavano, i servizi più duri, più penosi e più pericolosi furono volontariamente assunti dalla marina italiana, la quale sentiva incombere sopra di sè tutta la responsabilità che le derivava dall’impegno preso e dalla volontà di evitare che altre nazioni acquistassero prevalenza in Adriatico1. 1 Vedi la pubblicazione dell’ufficio storico della R. Marina « Luigi di Savoia Duca degli Abruzzi ».