— 386 — ore 9,45 del 4 dicembre il convoglio delle truppe giungeva a Capo Linguetta presso cui, a poche miglia dall’entrata della rada di Valona, lo attendevano tre torpediniere d’alto mare. Il Valparaiso era già vicino a Punta S. Giovanni, quando sul fiancp sinistro del Re Umberto, che lo seguiva a distanza sulla rotta prescritta, si produsse un’esplosione con denso sviluppo di fumo nero, ma senza colonna d’acqua. Un quarto d’ora dopo il Re Umberto, spezzato in due, affondava : la prua e la poppa su cui sventolava la bandiera, furono le ultime a scomparire. Ammainate le imbarcazioni del piroscafo subito dopo lo scoppio, ed accorsi i cacciatorpediniere di scorta, le torpediniere d’alto mare ed i drifters di guardia alla bocca del golfo, si procedette rapidamente e con ordine al salvataggio dei soldati \ Parte trasbordati direttamente 1 Dal rapporto del t. di v. Leverà comandante militare del piroscafo Re Umberto : « .... detti ordine di fermare la macchina e alla truppa di salire in coperta e, seguendo le istruzioni previamente impartite ai comandanti di reparto, di disporsi in riga in prossimità dei boccaporti dai quali salivano. Erano quasi tutti già provvisti del salvagente a cintura e di collarino, gli altri cinsero quelli che erano stati previamente preparati sulle battagliole. Feci calare in mare i tre mezzi zatteroni da sbarco. La truppa dopo un primo momento di panico, subito superato, restò calma ed io validamente aiutato dal comandante del piroscafo, cap. Razeto., dagli ufficiali e dal personale di bordo militare (tra cui molto si distinse il c. tim. Ferraro) e borghese, ed anche dagli ufficiali del R. Esercito e dal brigadiere di finanza Salvini Francesco, feci ammainare, dopo spento l’abbrivo, le imbarcazioni di prora e del centro, facendo imbarcare in esse