— 438 — Il gruppo così menomato interrompe la missione e alle ore 10 rimette in rotta verso Cattaro a lento moto, non potendo il rimorchio navigare a più di 6 miglia all’ora; il comando austriaco della 5a divisione siluranti, preoccupato dal rischio che corre il piccolo convoglio di essere silurato da un sommergi-gibile o sopraffatto da un gruppo avversario invia a sostegno prima il sommergibile U15 e poi l’incrociatore K. Karl VI, scortato dalle torpediniere 70, luendo, defilarono più volte davanti al piroscafo, sparandogli contro numerosi colpi. Il personale del piroscafo su cui era già iniziato lo scarico, fece in tempo a mettersi nelle imbarcazioni e dirigersi verso terra. Il capitano riferisce che venne tirato anche contro le imbarcazioni. Il piroscafo dopo mezz’ora affondò, rimanendo dove tuttora trovasi, coll'acqua all’altezza della coperta. Il sottoscritto era insieme col ministro e col generale Guerrini nelle vicinanze della legazione dove sopraggiunse Essad Pascià abbastanza turbato, chiedendo cosa sarebbe stato il caso di fare. Frattanto i quattro cacciatorpediniere, dopo aver tirato anche contro un veliero albanese, si avviarono per l’uscita sempre dirigendo in prossimità della boa. Aperto subito il fuoco, un colpo cadde molto vicino al Lika, che aveva il terzo posto nella linea di fila; gli altri due che lo precedevano avevano già oltrepassato lo sbarramento. « 11 Lika accostò quindi a sinistra e subito dopo urtò contro una mina; dette subito indietro e ne urtò un’altra. Il cacciatorpediniere che veniva ultimo avvicinò il Lika, ma, allontanandosene anch’esso urtò poco dopo contro una mina. Rimasero cosi l’uno in preda alle fiamme, essendosi incendiata la nafta ed essendo scoppiato il deposito di munizioni di prora, l’altro, che non potendo muoversi, perchè certo inutilizzate le macchine, sembrava affondare rapidamente. Gli altri due cacciatorpediniere arrestarono e poco dopo tentarono il rimorchio di quello avariato. Frattanto l’incrociatore aprì il fuoco contro Durazzo ma non contro il pae-