— 75 — si era già enormemente ridotta fino dallo scoppio delle ostilità (agosto 1914) per la paralizzazione del traffico austro-ungarico, andò sempre maggiormente diminuendo dopo l’entrata in guerra del l’Italia. Non si ridusse alla fine che al traffico delle navi e dei galleggianti, che, isolati od in convoglio, navigavano per conto del governo italiano, ed allo scarso movimento di cabottaggio della bandiera austriaca nelle sue acque territoriali, quasi sempre al riparo delle isole dalmate. A questo stato di cose si giunse però gradualmente, dopo che il governo italiano si trovò obbligato a decretare ancora nuove limitazioni oltre a quelle già ricordate. Col lasciare relativamente libera come aveva fatto nel primo tempo la navigazione alle navi con bandiera nazionale o neutrale e con direzione alle coste italiane, ed in particolar modo alle montenegrine, veniva a rendersi spesso illusoria la nostra azione di blocco, perchè riusciva troppo difficile impedire ogni contrabbando con le coste nemiche. E ciò tanto più in quanto il numero delle nostre unità che potevano essere tenute in crociera, era troppo scarso per esercitare un perfetto servizio di vigilanza e di visita. Era da aggiungere poi il pericolo a cui erano esposti i nostri bastimenti da crociera durante la visita alle navi di commercio per i possibili agguati subacquei. Col permettere detta navigazione si rendeva infine anche meno efficace la caccia ai sommergibili, perchè non era possibile impedirne il /