— 108 — tale, il naviglio nemico dava scarsi segni di attività, ma, vigile e bene informato, il comando a. u. attendeva il momento propizio per assestare qualche colpo rude. Già al tramonto del 26 maggio due sommergibili, sostenuti a distanza da una torpediniera, si erano avvicinati alla piazza di Venezia, fin nella zona degli sbarramenti foranei di torpedini, ed avevano lanciato dei siluri contro le nostre torpediniere 13 e 14 0. S. (c. c. Menini e t. v. Verna) senza colpirle; si erano poi ritirati inseguiti e cannoneggiati dalle due siluranti \ Pochi giorni dopo, il 10 giugno, dovemmo lamentare la prima perdita di un sommergibile italiano, il Medusa al comando del t. v. Vitturi, mentre era sulla via del ritorno dopo aver compiuto il turno di agguato davanti a (Punta Salvatore e ad Umago. Per le cattive condizioni di funzionamento dell’apparato motore termico, che ne avevano ritardato il cammino, il sommergibile aveva dovuto passare la notte sul fondo dinanzi a Cortellazzo in attesa del giorno per rientrare a Venezia. Nelle prime ore del mattino, giunto in vicinanza di uno dei gavitelli-segnali per l’atter- 1 Secondo il rapporto delle siluranti, uno di essi sarebbe stato colpito, ma la notizia non fu confermata da fonte austriaca. Nella notte sul 12 giugno due siluri furono anche evitati dalla 23 O. S. (t. v. Comito) stilla rotta tra Rovigno e Venezia; in quella sul 20 giugno la 14 O. S. ne evitò un altro sempre lanciato da sommergibile. Il Salpa (c. c. Paolini) schivò un siluro sotto Punta Salvore e l’8 luglio un altro fu evitato dalla 13 O. S.