— 190 — gate ipetriere, organizzazione dei servizi, assorbivano interamente l’attività dei marinai. Oltre ad un sommergibile inviato a turno a stazionare nelle acque dell’isola, spesso prendeva contatto con il presidio il gruppo leggero di crociera al Nord della linea congiungente Brindisi-Saseno, ovvero mezzi speciali di piccoli piroscafi o velieri a motore arrivavano portando rifornimenti e materiali, sempre però in misura molto modesta. Le relazioni, che i sottotenenti di vascello Vallauri e Da Zara inviavano al comando della 2a squadra, rispecchiavano fedelmente il lavoro ordinato, intenso ed intelligente che si compieva nonostante la scarsezza dei mezzi, ben lontani dal bastare alla creazione dal nulla di una forte difesa. Dopo la ricognizione del Tatra, il nemico fu assente per vari giorni. Un nuovo volo di idrovolante (L 53) sul cielo dell’ isola il 22 luglio, durante il quale furono lanciate senza danni una bomba sulla stazione R. T. ed alcune altre sul sommergibile che si allontanava in immersione da Zadlo, fece ritenere al presidio dell’ isola imminente un attacco. Invece la mattina seguente un numeroso reparto leggero austro-ungarico, composto degli esploratori Helgoland e Saida, dei cacciatorpediniere Tatra, Lika, Triglaiv, Csepel, Baiatoli, Dinara, Reha e Velebit e delle torpediniere 74, 77, 78, 80, 81, evitando Pelagosa, operò contro il litorale nostro da Grottammare a Termoli, e contro l’arcipelago delle Tremiti. Ripartitosi in