Il 16 febbraio il piroscafo francese Menfi mentre tornava vuoto da Durazzo, urtò in una torpedine; rimorchiato verso la costa, affondò rimanendo in parte emerso : si ebbero 5 morti su 54 persone di equipaggio. Il giorno seguente i piroscafi Ionio e Barletta schivarono un siluro lanciato da un sommergibile, che fu contrattaccato dal c. t. Bisson con esito dubbio. Il 19 febbraio un sommergibile fu inseguito dai cacciatorpediniere Bronzetti e Schiaffino, ed il 20 ad un altro sommergibile fu dato caccia dalla R. N. Marsala e dal c. t. Abba presso Capo Rodoni. Lo stesso giorno il drifter Gavenwood nel rientrare a Brindisi fu distrutto da una torpedine a circa 10 miglia dall’entrata del porto : si perdette tutto l’equipaggio. Il 21 febbraio la piccola nave ospedale Marechiaro transitava presso Capo. Laghi al completo di malati e feriti, quando, essendo uscita fuori dalla rotta dragata, urtò contro una torpedine. Dalla nave incendiata e in procinto di affondare i drifters Hasting Castle e Seiina, con opera lodevolissima per ardimento e perizia, salvarono 104 persone, compresi tutti gli ammalati e i feriti, che furono trasbordati sull’altra nave ospedale Santa Lucia. Il Marechiaro rimorchiato verso terra affondò in seguito nella rada di Durazzo \ 1 II capitano medico Gnasso, lanciato in acqua dall’esplosione e ferito, risalì a bordo della nave che stava per affondare per