— 318 — prigionieri. Dopo questa sconfitta, che in Austria fu attribuita all’aspra topografia di quel settore del teatro di guerra ed a difficoltà logistiche, la Serbia aveva messo le armi al piede in attesa degli eventi, e la sua inattività si protrasse per gran parte dell’anno 1915, durante il quale il suo. esercito fu provato da grave epidemia colerica. Il governo serbo del resto non vedeva con favore gli sforzi del-l’Intesa perchè 1’ Italia entrasse in guerra al suo fianco, e allorché il 24 maggio l’esercito nostro scendeva in campo proprio mentre il russo si ritirava, i Serbi non fecero alcuno sforzo per alleggerire colle loro armi il peso che gravava sugli alleati. Dopo la partecipazione dell’ Italia al conflitto, i governi belligeranti, sia degli Imperi centrali, sia dell’ Intesa intensificarono la loro azione diplomatica per attrarre nella propria orbita la Bulgaria, e con essa la Romania e la Grecia. Al fine che tutti avevano comune di guadagnare alla propria parte il maggior numero di nazioni e quindi di armati e di risorse, gli Imperi centrali aggiungevano quel- lo particolare di riuscire coll’aiuto della Bulgaria ad aprirsi un varco attraverso il territorio serbo e a stabilire tra F Europa centrale e la Turchia1 1 V Italia dichiarò guerra alla Turchia il 21 agosto 1915 per avere questa mancato agli impegni derivanti dal trattato di Losanna col proclamare in Africa la guerra santa anche contro gli italiani e coll’usare sevizie in Asia Minore contro nostri connazionali. La Turchia si era piegata ad un ultimatum inviatole il 5 agosto