— 61 — Salito in coperta trovai il capo timoniere che mi riferì ch’egli non si allontanava sino a che non fossi andato con lui e coi feriti nel battello; gli ordinai ancora di allontanarsi dicendo che avevo ancora da fare e mi diressi sul ponte di comando. Sorvegliavo che gli austriaci non mettessero a mare alcuna imbarcazione perchè desideravo non salissero a bordo mentre ero ben deciso ad impedirlo ed allo scopo mi ero munito di un martello che avevo trovato in coperta col quale all’occorrenza avrei fatto saltare la testa di un siluro. Sul ponte di comando ebbi col megafono all’ incirca questa conversazione col comandante del Tatra : A mare presto che apro subito il fuoco per affondarvi. A che risposi: Prego aspettare che non vi sia più gente in mare, poi fate ciò che volete. Ed il comandante del Tatra continuò a gridare : Presto a mare anche voi. Mi parve che egli denotasse agitazione e premura superiori alle circostanze ed osservai che sul ponte di comando del Tatra tutti guardavano attentamente e con i binocoli verso NE. Presi anch’ io il binocolo e guardai nella stessa direzione e vidi due fumi e due scafi ancora molto distanti sicché non potei precisare chi fossero; supposi e sperai fossero nostri». E ancora dallo stesso rapporto: « .... il Turbine intanto aveva preso un forte sbandamento a sinistra quasi repentino, sicché ricordo che la discesa nel battello la feci quasi sdrucciolando lungo il bordo. Dal battello pensai subito a guardare il