— 539 — era ¡per essere riservata al presidio di Durazzo, si vissero nel basso Adriatico e sulle coste italiana ed albanese che esso bagna, giorni veramente drammatici, i più gravi dacché era stato intrapreso il salvataggio dell’esercito serbo. Per mettere in luce le difficoltà che presentava e le cure che esigeva l’operazione che dovevasi effettuare, citiamo ciò che il comando in capo dell’armata scriveva al capo di stato maggiore della marina il 17 febbraio : cc Non potendo prevedere per quanto tempo si dovrà attendere la decisione sullo sgombero di Durazzo, ho intanto lasciato liberi i piroscafi inglesi Fauvette e Gazelle richiesti dall’ammiraglio Thursby, ed ho radunato tra Valona e Brindisi i rimanenti, pronti a qualsiasi evenienza. Dovendosi però procedere intanto allo sgombero dei quadrupedi serbi (da Valona) e continuare i rifornimenti, e potendo essere richiesta dalle autorità francesi la restituzione dei piroscafi a noi dati in prestito, il loro numero andrà diminuendo, e si può incorrere nel rischio di non averne in quantità sufficiente al momento del bisogno. « Credo opportuno poi far presente a V. E. che queste incertezze e contrordini, togliendo il carattere di sorpresa alle operazioni, danno agio al nemico di preparare azioni di sommergibili ed eventualmente di navi per opporvisi. « Non ritengo che il nemico addiverrà all’uso delle navi (grandi) per ostacolare la ritirata; ma se si avesse notizia che parte delle forze navali av-