— 100 — gna l, previde nel periodo di preparazione il caso che la condotta delle operazioni terrestri od altre esigenze belliche richiedessero il concorso di tutta o di gran parte della nostra flotta nell’alto Adriatico. Dovevasi perciò anzitutto allestire un conveniente ancoraggio al sicuro di attacchi di sommergibili, ed il lavoro per questo scopo comprese l’ap- eommergibili, continuerebbe ad avere piena libertà d’azione, così per attaccare le nostre navi maggiori ogni qualvolta ne avesse propizia l’occasione, come per disseminare di mine il golfo di Trieste. « Il dominio di questo golfo e la possibilità di operarvi con grosse navi, senza correre rischi eccessivi, è essenzialmente questione di siluranti, di sommergibili e di torpedini; cose queste che tutte sfuggono al controllo delle squadre da battaglia. « Non è da escludere che col tempo si riuscirà a migliorare la nostra situazione navale, diminuendo gradualmente l’efficienza del naviglio leggero avversario; ma è impossibile precisare, quando potremo riuscirvi, ed è ragionevole prevedere che ciò non avverrà tanto presto. « Importa quindi stabilire, che per un periodo di tempo imprecisato e certo non breve, la marina non potrebbe portare un concorso metodico e continuo alle operazioni di avanzata dell’esercito, anche se l’intera armata fosse dislocata al Nord. Questo concorso dovrà necessariamente limitarsi a scorrerie di navi isolate o di piccoli reparti presso la costa, ove in particolar modo interessi battere posizioni dell’avversario; ma queste operazioni non potranno essere mai strettamente cojibinate con la.metodica avanzata delle nostre truppe, e dovranno sempre avere carattere di sorpresa e conseguentemente breve durata, pur ripetendole quanto più frequentemente risulterà possibile: con le navi di limitata velocità ora dislocate a Venezia, potranno effettuarsi soltanto all’alba; con navi molto veloci, in qualunque ora della giornata ». 1 Vedi cap. I.