— 547 — le posizioni avversarie, tenendo a bada la fanteria nemica che durante il giorno non si mosse e l’artiglieria che faceva fuoco ad intervalli contro la laguna ed il porto. La maggior parte dei piroscafi partiti da (Brindisi e da Valona, essendo scarichi, non avevano potuto proseguire per il grosso mare, ed erano rientrati nei rispettivi porti. Sui pochi arrivati a Durazzo difficilissime erano le operazioni d’imbarco, ostacolate dal tempo che andava sempre peggiorando. Primi a partire per l’Italia con l’Impetuoso la mattina del 24 furono il personale della Legazione ed i civili italiani ancora rimasti a Durazzo, e con essi Essad Pascià che era stato abbandonato dalla maggior parte dei suoi seguaci. I 300 soldati rimastigli fedeli partirono anch’essi alla volta di Brindisi lo. stesso giorno sul piroscafo Città di Bari. Man mano che qualche piroscafo arrivava, l’imbarco veniva subito iniziato, ma continuava molto faticosamente disturbato dal fuoco nemico ed ostacolato dal cattivo tempo e dalla mancanza di mezzi portuali. Il capitano di fregata Monaco di Longano, giunto da Brindisi per dirigere le ope-razioni scrisse cosi nel suo rapporto: «Nel pomeriggio (del 24) continuò il carico del Città dì Bari, imbarcandovi materiali e viveri; verso le 16 giunsero i piroscafi Tunisi e Candiano. Fino dalle ore 13 intanto il nemico cercò di ostacolare l’imbarco, dirigendo il tiro delle artiglierie