— 162 — operazione nei quali ivenne dettagliatamente studiata l’occupazione di una base prima nel Sud e poi nel Nord dell’Adria tico, quali punti d’appoggio per le nostre forze navali: il canale di Sabbion-cello, cioè, nell’Adriatico meridionale e 1’ isola di Melada più a settentrione. Quest’ultima, anche a prescindere da alcuni difetti di carattere marinaresco del suo sorgitore di Berguglie e da altre ragioni strategiche, aveva tale posizione geografica da renderne difficile il rifornimento: era troppo lontana da Brindisi (255 miglia) e le sue comunicazioni con Venezia erano dominate da Pola. D’altro canto, nel concetto del capo di stato maggiore della marina, lo svolgimento della guerra marittima doveva essere armonizzato con quello della guerra terrestre, e fino a che questa non avesse volto decisamente a favore delle nostre armi, l’armata navale non avrebbe dovuto avventurarsi intempestivamente in scontri navali nell’alto Adriatico, di cui l’esito sarebbe stato incerto, per essere quelle acque poco profonde e facilmente minabili. Obbedendo a questo concetto, le operazioni marittime venivano conseguentemente a scindersi in due periodi : nel primo l’armata, avendo la sua base nell’Adriatico meridionale, avrebbe svolto la sua azione nel basso e nel medio Adriatico, mentre nei golfi di Venezia e di Trieste difesa ed offensiva sarebbero state affidate principalmente alle tor-pedini e alle siluranti; nel secondo periodo, quando l’esercito avesse incalzato il nemico da Monfal-