zia, avevano disorientato VHelgoland. Fu anche questa volta la velocità superiore che salvò gli Austriaci da essere colpiti. * * * Se l’attività delle navi nemiche durante l’esodo serbo si limitò a questi timidi sforzi1, non si arrestò invece mai quella degli aerei contro Durazzo e Va-Iona e dei sommergibili con pose di mine /fra questi due porti e nelle vicinanze di Brindisi, e con agguato permanente di due o tre unità; a questo lavoro eccezionalmente attivo del naviglio subacqueo furono dovute le perdite subite. Riportiamo i numerosi episodi occorsi sia nel campo nostro, sia nell’avversario. Il 1° gennaio il c. t. Pilo, essendo a 5 miglia da Medua, avvistò il periscopio di un sottomarino, mentre questo lanciava un siluro : vi diresse sopra, gettando bombe di profondità, che non scoppiarono. Il 6 gennaio il piroscafo Brindisi mentre con il Città di Bari e 2 c. t. entrava a Medua portando vettovagliamenti e un certo numero di Montenegrini reduci dall’America, urtò contro una torpe- 1 II Sokol nell’opera più volte citata enumera alcnni altri tentativi di disturbare il lavoro febbrile che ferveva senza interruzioni nel triangolo acqueo Durazzo-Valona-Brindisi : furono però tentativi dei quali non si ebbe notizia da parte italiana, e che si risolvettero il più delle volte in un sollecito ritorno alla base a causa del maltempo.