— 144 — ore 5 e le ore 5,30, circa alla metà della via del ritorno, 20 km. oltre Premuda, mentre l’aeronave aveva la quota di 700 metri, fu avvertita una forte scossa accompagnata da un sordo rumore, proveniente da prua come se questa avesse urtato contro un ostacolo invisibile: contemporaneamente si verificò l’avaria sopra accennata, ed il dirigibile cominciò una rapida discesa, frenata ma non arrestata dai piani orientati a tutta salita e dal gettito di tutto ciò che capitò sotto mano : latte di benzina, acqua, olio, e i pochi sacchetti di sabbia rimasti. « Poco prima di toccare il mare, per ridurre l’abbrivo dell’aeronave nel momento in cui la navicella avrebbe toccato l’acqua, fu invertito il passo delle eliche; a questo punto mancando sul davanti la forza ascensionale, si ebbe un forte appruamento e si cadde rapidamente in acqua, immergendo la navicella fino all’altezza dei radiatori. La sommaria visita subito compiuta dimostrò che il compartimento di prua era già quasi vuoto di gas e che la pescagione dei due vesciconi era tale da escludere la possibilità di poter comunque alleggerire l’aeronave per riprendere l’aria, mentre 1’ inclinazione e l’allagamento della prua escludeva quella di poter navigare a fior d’acqua in quelle condizioni. « Nella lontana speranza di poter raddrizzare l’aeronave fu fatta evacuare una forte quantità di gas dai compartimenti di poppa, ma senza un sensibile risultato. Ridotte al minimo le speranze di