— 208 — che l’esploratore tipo Spaun e le siluranti, che erano prima state avvistate in direzione di Barletta. Alle ore 7 il grosso avversario riprese il bombardamento, dirigendo il fuoco specialmente contro il faro e la trincea dei cannoni da sbarco. Il tiro durò ancora 40 minuti, demolendo il fabbricato del faro e la prossima cisterna con perdita di preziosa acqua potabile, producendo un incendio nel magazzino già distrutto di S. Michele, e battendo sempre più vigorosamente le trincee. Oltre a questi danni di maggiore gravità, si ebbero la distruzione dei ricoveri, la perdita di una porzione dei viveri, e di molti materiali che erano stati raccolti a S. Michele e altrove. Verso le ore 8 il nemico spariva all’orizzonte in direzione di Lissa senza aver fatto, nessun tentativo di sbarco1. 1 Riferiamo dal rapporto del comandante del presidio di Pelagosa: « Con piacere riferisco che durante 1’ intensificazione del bombardamento e nel seguente periodo di lavoro tutto il personale si è dimostrato calmo, sereno, volenteroso senza manifestare nessuna impressione per le perdite subite. « È mio convincimento che, in caso di sbarco, il nemico sarebbe stato indubbiamente respinto. Circa il complesso dell’azione svolta dal nemico ho notato che date le condizioni del mare calmissimo, della brevissima distanza di tiro, della conoscenza perfetta della difesa dell’ isola, della nessuna preoccupazione della nostra offesa, il risultato del tiro avrebbe potuto essere, a mio giudizio, più efficace. A questo forse ha contribuito anche il numero rilevante di proiettili inesplosi sia per il mancato funzionamento della spoletta, sia per la perdita di essa, come si è constatato dai proiettili raccolti. Tutti i proiettili, compresi i 47 mm., hanno spoletta posteriore ed i calibri corrispondono a quelli se-