— 501 — cacciatorpediniere Afoba ed Ardente, accompagnato dal suo seguito e dal nostro addetto navale. Durante la traversata fu avvistato a distanza un sommergibile; VAbba diresse per attaccarlo, ma lo perdette di vista. Nei giorni 21 e 22 continuò intensa l’attività non solo per portar via da Medua quante più persone era possibile, ma per ricuperare tutto il materiale che vi si trovava. Due navi ospedale, di cui una di grande tonnellaggio, ritirarono invalidi, feriti, donne, bambini e profughi. Due spedizioni protette dal gruppo di navi in crociera, alle quali presero parte i cacciatorpediniere Animoso, Bronzetti, Bory e Boutefeu cogli chalutiers francesi Marie Rose e Petrel II, si recarono a S. Giovanni di Medua successivamente nei giorni 21 e 23 febbraio, portando gli ultimi carichi di viveri destinati ai soldati serbi di retroguardia che da Alessio si stavano mettendo in marcia per Durazzo. Lavorando rapidamente a tutt’uomo per non lasciare al nemico materiali che potessero essere utilizzati, gli equipaggi italiani e francesi delle due spedizioni ritirarono 27 cannoni terrestri che con i rispettivi finimenti, cassoni e munizioni erano rimasti a Medua, una stazione R. T. e alcuni muletti; bruciarono quanto non era asportabile. Un autoscafo ed un rimorchiatore furono mandati a Durazzo. L’ultimo convoglio imbarcò anche 350 soldati serbi e 50 montenegrini insieme con la commis-