— 160 — queste Lagosta e Curzola erano giudicate particolarmente adatte come basi d’osservazione dell’arcipelago dalmata. Considerati i probabili alleati nostri nell’ eventualità di entrare in campo contro l’Austria, sarebbe stata un’operazione diversiva utile ai fini della guerra anche una minaccia di sbarco sulla spiaggia fra Spitza ed Antivari, sbarco da rendersi poi effettivo dopo qualche fortunata azione marittima1. Allo studio di questi disegni era collegato il progetto per il conseguimento di un obbiettivo ancor più importante, quello di obbligare il nemico alla rinuncia dell’uso di Cattaro come base navale. Nel settembre 1914, quando cioè il capo di stato maggiore della marina scriveva l'Esame di opera- delle siluranti nel seno di levante e sistemazioni per l’approdo sulla costa a ponente del forte a mare con vasti piazzali per deposito e grue. 6"'t Costruzione di uno scalo d’alaggio in muratura di 250 m. 7°) Sistemazione di bacini galleggianti e inizio dei lavori di un grande bacino di carenaggio nel seno di ponente insieme con molti altri lavori per caserme, magazzini, arredamenti portuali, etc. 8°) Costruzione di fortificazioni e batterie. 1 « Antivari in nostro possesso diverrebbe scalo al quale affluirebbero dall’ Italia quei soccorsi di armi, munizioni, derrate alimentari e vestiario senza dei quali potrebbe fallire lo spirito di resistenza e di aggressione accanita contro l’Austria che non dovrebbe venire meno da parte dei Serbi e dei Montenegrini. La marina sarebbe allora chiamata a disimpegnare questo compito logistico che dall’ Italia, e più particolarmente da Brindisi, farebbe capo ad Antivari e forse a Cattaro » (Dall’Esame di operazioni di guerra del sett. 1914).