— 169 — di Sebenico. L’occupazione di Lagosta presupponeva però il possesso di Pelagosa. Isolotto piuttosto che isola, Pelagosa non oltrepassa i 1.300 m. nella sua maggiore lunghezza, in direzione Est-Ovest; la larghezza non raggiunge in nessun punto i 280 m. e la più alta quota è di un centinaio di metri. Scoglio aspro e roccioso, terreno selvaggio, privo di acque e scarso di vegetazione, s’eleva a picco sul mare nella parte meridionale, ed è poco meno ripido nella settentrionale. Possiede due sole piccole spiaggie. Zadlo a Sud e Stara Vlaka a Nord-Ovest, ma per la limitata estensione non offre un ridosso di sottovento nemmeno alle piccole navi. Non ha quindi valore strategico oltre quello di vedetta avanzata con amplissima visione d’orizzonte. Utile sotto questo aspetto cosi all’uno come all’altro dei belligeranti, era necessario per noi nel caso di successive altre occupazioni ad oriente. Perciò ai primi di luglio il comando dell’armata preparò il piano di operazione per lo sbarco a Pelagosa, che avrebbe dovuto essere seguito da quello di Lagosta. Il capo di stato maggiore considerava l’occupazione di Lagosta alla stessa stregua di una presa di possesso di un ancoraggio sul litorale continentale nemico; essa rientrava perciò, a suo parere, nell’ordine di quelle considerate nel « Piano generale » che, nelle circostanze di fatto tuttora esistenti, avrebbero presentato un rischio ed un onere troppo grave, non tanto per l’operazione di sbarco, quanto