— 291 — torrette emergenti in distanza, avveniva che ogni giorno, sovente più volte al giorno, gruppi di siluranti erano mandati a dar caccia nella speranza che qualche circostanza favorevole permettesse di scoprire, di attaccare e distruggere. A meno però di casi fortunati, come quello che abbiamo già ricordato dell’ U 3, la caccia aveva generalmente risultato negativo, e le siluranti tornavano dopo varie ore di pazienti ricerche senza aver trovato il nemico, o perchè questi si era allontanato chi sa in quale direzione, navigando in profondità, oppure perchè in realtà non era mai stato in quelle acque, e l’allarme era stato ingiustificato. Non era difficile ad un sommergibile nella normalità della sua efficienza di sottrarsi all’inseguimento dell’attaccante, che non aveva modo di individuarne le posizioni successive, nè di scoprirne la direzione di rotta, alle profondità di 60 m., che gli scafi tedeschi erano già allora in grado di raggiungere e di mantenere. Egualmente poco efficaci erano le siluranti come mezzo per sorprendere sul fatto l’approvvigionamento dei sommergibili in mare aperto o in acque territoriali, perchè in tale compito trovavano un ostacolo nella necessità di evitare incidenti diplomatici imbarazzanti con governi neutrali. In definitiva la caccia da parte del naviglio sottile disturbava il sommergibile e ne impediva spesso gli attacchi, ma non portava alla sua distruzione e si risolveva in un logorio di materiale e di energie.