— 325|—- propria inferiorità numerica e dell’atteggiamento preoccupante della Grecia \ ai primi di dicembre fu iniziato il movimento di ritirata delle truppe anglo-francesi lungo la valle del Vardar verso la frontiera greca dove esse si fermarono. La ritirata fu condotta con maestria e disciplina; le perdite furono trascurabili in confronto con quelle molto forti inflitte ai Bulgari. A Salonicco continuarono ad arrivare anche dopo il ripiegamento rinforzi di truppe, di cannoni, di materiali che compresero una buona parte delle unità militari ritirate dalla vicina penisola di Gallipoli 2. Ma esclusa una nuova avanzata, l’esercito anglo-francese, che risultò formato da cinque divisioni inglesi e quattro francesi, si adoperò a fortificare le nuove posizioni prescelte sopra una linea di difesa, che, partendo da Salonicco, seguiva il fiume Vardar fino a Topsin, dirigeva poi per Va-tiluk e Nares, e continuava per Dandli, Aivati, il lago Besik Golu ed il golfo di Orfano; posizioni queste, sulle quali restò in attesa del lontano momento propizio per riprendere l’offensiva. 1 Tre dei cinque corpi d’armata che componevano l’csercito greco mobilitato erano stati concentrati quasi al completo in Macedonia e nelle vicinanze di Salonicco, e, ss la Grecia fosse scesa in campo con gli Imperi centrali, le sue truppe schierate sul fianco degli anglo-francesi avrebbero potuto facilmente averne ragione. 2 La ritirata degli alleati da Gallipoli si compì al principio di gennaio.