— 394 — ad incrociare dinanzi al porto di arrivo fino a che non era ultimato lo scarico. Furono talvolta spostate anche le zone d’agguato dei sommergibili. Il ritorno poi a Brindisi dei cacciatorpediniere francesi dopo le ripetute richieste fattene, e l’arrivo di alcuni sommergibili inglesi del tipo H aumentarono la disponibilità dei mezzi navali. Ma mentre migliorava, e diremmo quasi, si rendeva normale il servizio dei trasporti, il crollo del fronte serbo venne ad imporre ancora nuovi obblighi alla nostra flotta; e l’opera di vettovagliamento si fuse con quella di salvataggio, che impegnò in pieno le forze navali del basso Adriatico ed un numero rilevante di piroscafi nei primi mesi del 1916. Prima di entrare in questo argomento volgeremo uno sguardo all’andamento della guerra nell’alto Adriatico nello stesso periodo. $ ^ )ic Vedemmo che le forze della nostra marina dislocate nell’Adriatico settentrionale, da Porto Corsini a Monfalcone, con la piazza di Venezia a base principale, avevano un doppio compito : 1°) fronteggiare quella parte del naviglio, o più precisa-mente del naviglio leggero a. u. che era dislocato a Pola, dato che non era possibile che le navi maggiori agissero nel mare ristretto di Venezia; 2°) fiancheggiare l’ala destra dello schieramento dell’esercito, appoggiandone le azioni. Questi due compiti la marina assolveva colle artiglierie sistemate a terra e sui pontoni, con ra-