— 279 — di difesa, giacche (come del resto ebbe a dimostrare ampiamente la stessa guerra) una piccola flotta di unità insidiose ed una buona difesa subacquea mobile e fissa erano pressoché sufficienti ad assicurare la quasi invulnerabilità dell’Austria dalla parte del mare. La costruzione di una grande flotta non poteva quindi avere che uno scopo offensivo, e poiché questa flotta, come vedremo studiandone le caratteristiche, era stata costituita essenzialmente per agire nell’Adriatico, risultava ben chiaro che queste intenzioni offensive erano in modo specifico dirette contro l’unica potenza marittima che avesse, oltre l’Austria, interessi in Adriatico e cioè l’Italia! La flotta austriaca con le sue caratteristiche era già di per sé stessa la migliore prova della poca fiducia che l’Austria riponeva nella Triplice Alleanza e rivelava anche come essa meditasse di sbarazzarsi dell’Italia, quando avesse potuto farlo. Le ultime unità costruite dall’Austria con la concezione derivata dal criterio di assegnare alla flotta un compito di difesa semplicemente passiva erano state le tre navi tipo Monarch, ma come poco più sopra si è detto, al principio del ’900 la marina austriaca manifestò nelle nuove costruzioni la tendenza a modificare tali concetti. Come per 1* Italia abbiamo tenuto conto, nel quadro d’insieme, soltanto delle navi maggiori, costruite dal ’900 in poi, così faremo per l’Austria.... Tra il 1900 e il 1905 in Austria venivano va-