— 32 — di unità, che colà si trovavano in quel momento così delicato. Era allora dislocata nelle acque albanesi la R. N. Ciclope (comandante tenente di vascello L. Mancini), che come nave talassografica, era tollerata dalla suscettibilità austriaca e svolgeva una doppia attività scientifica e politica, non senza dover superare ostacoli con le autorità serbe probabilmente sobillate da agenti austriaci. A comprendere quanto fosse resa difficile l’opera nostra, può servire di esempio l’incidente che riportiamo. Il giorno dell’arrivo del Ciclope a Durazzo, mentre il sottotenente di vascello Malusardi, ufficiale in 2a, si recava a terra per la visita al console italiano, ufficiali serbi al comando di truppe serbe di occupazione lo trattennero, tentando di impedirgli in un primo tempo di mettersi in comunicazione col nostro rappresentante diplomatico. Il fermo contegno del sottotenente di vascello Malu-sardi e 1’ immediato intervento del nostro console cav. De Faccendis, intimorirono l’autorità serba, che si affrettò a fare ampie scuse al comandante della R. N. Ciclope, tenente di vascello Mancini, e l’incidente si risolse con piena soddisfazione italiana. Sempre in quei giorni tra gli avvenimenti notevoli è da segnalare il bombardamento di Durazzo, eseguito dall’ incrociatore turco Hamidié. Il tenente di vascello Torrigiani, imbarcato sul