— 329 — in seguito a cause politiche in ogni momento, era necessario essere preparati a tutte le eventualità. Naturalmente una delle costanti preoccupazioni dello stato maggiore e del comando dell’armata era la questione di assicurare una base di operazioni alla flotta in Adriatico. Si prospettò quindi in un primo tempo l’eventuale necessità, finche Brindisi non era pronta, di cercare una base sulla costa o in qualche isola dell’avversario. Si svolse quindi un attivo scambio di idee e di proposte tra l’ufficio del capo di stato maggiore e il comando dell’armata circa la convenienza maggiore o minore di eseguire la prospettata azione sul territorio nemico. Le località, su cui si era fermata l’attenzione dei capi militari, erano 1’ isola di Curzola e la Penisola di Sabbioncello che si interpone tra Cattaro e l’arcipelago dalmato. Sabbioncello si prestava in modo particolarmente conveniente al blocco di Cattaro, operazione questa prevista nei primi tempi in relazione alla possibilità di investire Cattaro dal Lovcen. L’azione del Lovcen comportava naturalmente l’invio di rinforzi e di artiglierie adatte ai Serbo-Montenegrini e richiedeva di conseguenza un nostro sbarco ad Antivari. La marina non poteva con le sole sue forze eseguire l’occupazione stabile e definitiva di Sabbioncello, che avrebbe provocata una logica reazione