— 330 — J nemica oltre che con mezzi navali anche con forze dell’esercito austro-ungarico. Era quindi necessario, prima di decidere tale azione, avere la sicurezza della collaborazione e dell’aiuto dell’esercito, che almeno nel primo tempo delle operazioni non era in grado di distogliere truppe dal fronte per tale impresa. Infine le ben note vicende del fronte serbomontenegrino resero vana questa possibilità d’azione e lo studio per l’occupazione di Curzola e Sab-bioncello fu messo temporaneamente in disparte. Vedremo poi nel corso della guerra come tale studio sia stato riesaminato e in base a quali avvenimenti. Il rapido progredire dei lavori a Brindisi faceva intanto ritenere possibile che tale porto sarebbe stato quanto prima in condizioni di accogliere una cospicua quantità di navi. Veniva risolta in tal modo la questione della base nel bacino meridionale dell’Adriatico, senza la necessità di affrontare i gravi rischi relativi ad un’operazione in forza sulla costa nemica. Tale impresa, anche se coronata da successo, non migliorava la situazione strategica dell’ Italia, ma ci lasciava nelle medesime condizioni che si verificavano 1 avendo come base meridionale ¡Brindisi. 1 Maggiori dettagli sugli studi compilati dal comando in capo dell’armata e sul relativo scambio di vedute con l'ufficio del capo di S. M. nei riguardi dell’operazione per la presa di possesso