— 402 — bius cercò di allontanarsi dicendo che non lui ma la polizia operava l’arresto. Allora il Muricchio fece atto di allontanarsi senza opposizione dei poliziotti. Vedendo il .Fabius che il Muricchio non usciva di casa, tornò indietro ripetendo l’ordine di arresto. Muricchio e Chi-nigò furono allora condotti all'ufficio di polizia, mentre i poliziotti sequestravano varie carte. Muricchio chiese al1 ora 1’ intervento del console italiano. Fabius afferma che mandò in quel momento ad avvisare il console ma che non si potè recapitare 1’ invito a causa di un pranzo alla legazione a cui intervenivano gli ammiragli e il ministro d’Austria. « Allora io avendo udito da vari italiani di questo latto, feci chiamare alla legazione il colonnello Thomson che mi promise di regolare la faccenda dopo pranzo. Il marchese Durazzo verso le ore 9,30 si recò al posto di polizia, avendo il colonnello Muricchio insistito di voler la presenza dell’autorità consolare italiana al posto di polizia, prima di cedere all’ invito fattogli dal colonnello Thòmson di recarsi al consolato. Al marchese Durazzo appena giunto sul posto, il colonnello Muricchio elevò formale protesta davanti al Thomson, a vari ufficiali olandesi ed a molti testimoni anche italiani, per i procedimenti usati verso di lui. « Il Thomson, dichiarò da parte sua che, secondo il rapporto fattogli dal Fabius, il colonnello Muricchio era stato sorpreso in flagrante delitto contro la sicurezza dello Stato (segnalazioni fatte a mezzo di lumi con gli insorti con l’alfabeto Morse dalla casa in questione) e che quindi la polizia, in considerazione anche dello stato di assedio, aveva diritto di arrestare senza avvisare previamente l’autorità consolare.