— 360 — tica di Venezia, piuttosto deficiente nell’agosto 1914, si cercò di provvedere subito. I piani di operazioni da noi riprodotti avevano previsto il caso che esigenze belliche in relazione alla condotta delle operazioni terrestri richiedessero il concorso di un forte nucleo o addirittura di tutta la flotta nell’Adriatico settentrionale. In tale caso era necessario preparare nell’estuario di Venezia un conveniente ancoraggio per la flotta, al sicuro da attacchi di sommergibili. II lavoro, condotto alacremente e con tutti i mezzi che fu possibile riunire a Venezia, consistette specialmente nell’approfondimento mediante draghe degli ampi specchi d’acqua agli Alberoni e nella messa a posto delle boe di ormeggio, per le quali, mancando le ancore di ferro di peso conveniente, vennero usati dei grossi blocchi di calce-struzzo di conveniente forma che furono affondati nel fango. Contemporaneamente vennero prese disposizioni per sbarrare l’entrata fra le dighe di Mala-mocco e fra quelle del Lido. Malgrado però gli sforzi compiuti, non fu possibile far trovare pronti all’ inizio delle ostilità gli ormeggi per la flotta; soltanto il 16 giugno 1915 potevano dirsi approntati 5 posti d’ormeggio per navi tipo Cavour, 5 tipo Elena o Margherita ed 1 tipo Pisa. Tenuto poi presente che, a causa della forte corrente di marea che si stabilisce a Malamocco