— 301 — « Ma dacché, prima di Natale, la nave ammiraglia francese è stata silurata nel canale d’Otranto dall’ U. 12, la linea di blocco è stata spostata ancora più a Sud, al pari delle zone di permanenza o dei settori di crociera, sempre mutevoli, del grosso nemico, sicché questo non ha più potuto essere incontrato neppure una volta dai nostri sommergibili, nè dalle nostre flottiglie siluranti, in occasione delle loro incursioni nel canale d’Otranto e sino a Fano. In conseguenza, risulta che la flotta nemica, volontariamente, ma molto logicamente e razionalmente, si è alla fine dislocata a una tale distanza dalle nostre basi navali, che essa, all’alto pratico, risulta quasi irraggiungibile da noi e si limita ad assolvere il compito principale di impedire la nostra evasione dall’Adriatico e di assicurare così nella forma più completa il traffico delle navi dell’ Intesa nel Mediterraneo, mentre la nostra navigazione mercantile in Adriatico è praticamente del tutto indisturbata. Poiché nè l’una nè l’altra flotta ha davanti a sè un obiettivo raggiungibile, adeguato alla potenza delle flotte stesse e che d’altra parte presenti una tale importanza da giustificare che si giochi il tutto per tutto per il suo conseguimento, ossia, in altre parole, poiché una battaglia fra le due flotte non deciderebbe nessuna questione vitale per i due rispettivi stati, questa strategia di attesa appare l’unica razionale. Essa ad ogni modo implicherebbe per ambedue le flotte il rimprovero dell’ inattività ».