— 266 — proprie navi da battaglia, perchè risentivano di una concezione in parte superata, prima ancora che entrassero in servizio. I due soli cannoni da 305 non potevano rappresentare un armamento sufficiente, malgrado che l’armamento secondario fosse composto di ben 12 cannoni da 203. Queste unità avevano subito in modo particolare la influenza della necessità, già spiegata, di dover costruire navi veloci, anche sacrificando altre caratteristiche importanti; la loro velocità era in verità notevole, ma nel complesso dovevano nel 1914 ritenersi navi alquanto svalutate, special-mente se paragonate con le corrispondenti unità della flotta austriaca dotate di migliore armamento e protezione. Anche le due navi del tipo Margherita avevano scarsa protezione e difficilmente avrebbero potuto sopportare l’azione di grossi calibri moderni. Nella classe degli incrociatori corazzati, costituivano una forte e buona divisione le 4 unità (Pisa, Amalfi, S. Giorgio, S. Marco), che non trovavano corrispondenti nella flotta austriaca. Queste 4 navi, ben costruite, veloci, protette e ben armate, erano un compromesso tra la nave di linea e l’incrociatore propriamente detto, superiori nel complesso agli incrociatori coetanei delle altre marine, ma non sufficientemente protette per poter essere considerate vere e proprie navi da battaglia, ed erano più adatte a combattere e a svol-