— 393 — non andasse al di là del Kalamas, ma la possibilità che noi possiamo ottenere ciò mi pare molto scarsa. Infatti data la necessità che nella questione delle frontiere dell’Albania meridionale si ottenga l’accordo delle sei Potenze come per l’Albania settentrionale e come per tutte le altre questioni balcaniche, e dato che l’azione isolata di una o più potenze potrebbe facilmente condurre ad una guerra europea, è conveniente che per ottenere l’assenso delle sei Potenze nella questione dell’Albania meridionale noi dovremo finire per acconciarci ad una transazione. A voler le frontiere al Kalamas sono solo le Potenze della Triplice. Le Potenze dell’ Intesa, pure non ammettendo ile eccessive pretese della Grecia, propugnano una soluzione conciliativa e non sono disposte a recedere da questo punto di vista. Abbandoneranno la soluzione conciliativa di Cambon quando ne verrà da noi proposta altra che ad essi convenga. « Adunque se noi siamo risoluti di tenerci a qualunque costo al Kalamas affrontando la responsabilità ed i rischi di una nostra azione isolata appoggiata dalla Germania e dall’Austria ma senza l’assenso della Triplice Intesa, possiamo attenerci ai rigidi pareri dei nostri Stati Maggiori. Se invece crediamo che la situazione ci renda impossibile sottrarci ad una soluzione conciliativa che ottenga l’assenso unanime della Conferenza degli Ambasciatori a Londra, allora dobbiamo porre agli Stati Maggiori il quesito in forma diversa e chiedere loro quale potrebbe essere la soluzione conciliativa più vantaggiosa per noi e quali altre garanzie potremmo chiedere oltre quelle stabilite per 1’ isola di Corfù dai protocolli del 14 novembre 1863 e 25 gennaio 1860. « L’osservazione che è stata fatta, che nella presente