— 149 — sione di truppe regolari greche e di una prospettata occupazione di Saseno a mezzo delle navi della marina ellenica. Le navi italiane dopo la partenza delle unità delle altre nazioni rimasero perciò a Durazzo, affrontando rischi e sopportando un faticoso servizio unicamente per proteggere un principe che non era mai stato a noi favorevole. La sua sorte come sovrano ci era perfettamente indifferente, ma la marina italiana con senso umanitario e cavalleresco aveva assunto la difesa del principe di Wied e della sua famiglia, senza riguardo a sacrifici di denaro e di materiale veramente sensibili per il nostro bilancio navale non lauto rispetto a quello di nazioni più ricche di noi. I marinai italiani costituirono l’ultima guardia personale di questo sovrano ormai abbandonato dai suoi stessi soldati e da quelle milizie mercenarie, che erano accorse sotto la sua bandiera solo per il miraggio di lauti guadagni. Gli avvenimenti ben più importanti che si svolgevano in Europa nei primi giorni di agosto ci dovrebbero far tralasciare per il momento la narrazione delle cose albanesi e degli ultimi istanti del regno del principe Guglielmo, ma per non interrompere la trattazione dell’argomento e per l’interesse storico che tali avvenimenti pur offrono a chi ha seguito le fasi della politica balcanica,