— 261 — operazioni che forze navali bloccanti debbono eseguire contro forze navali bloccate; operazioni le quali, a partire dalle lotte della secessione americana, hanno avuto esteso e continuato impiego, tramandando norme e principi di cui bisogna tener conto. In base a siffatti principi sembra che si possa ritenere che una flotta operante al largo sia equipollente ad una flotta che si trovi in acque sicure, quando la prima abbia una potenza doppia di quella della seconda. « E tale è la formula, cui in atto pare evidente, debba uniformarsi la nostra politica navale; formula che assegna al nostro programma un obbiettivo ben determinato, preciso e da conseguirsi con metodo organico, e cioè quello di portare anzitutto la potenza delle nostre forze mobili al doppio delle forze dell’impero austro-ungarico. «E si noti che tale rapporto di efficienza è più particolarmente richiesto dalle capacità strategiche, e ben differenti, che, principalmente per ragioni di condizioni naturali, presentano le due sponde dell’Adriatico onde non sarebbe possibile ritenerlo suscettibile di venir diminuito, anche quando siano stati apportati i necessairi miglioramenti alle nostre basi navali, le quali, conviene riconoscerlo, avranno sempre, nella lotta, una funzione importante, ma indiretta ». Le parole dello stato maggiore erano però rimaste Vox clamantis in daeserto, perchè le ragioni di politica generale precedentemente accennate