— 351 — Per un certo quantitativo di torpedini Bollo si era dovuto impiegare una carica di balistite anziché di tritolo, in conseguenza del fatto che gran parte della produzione nazionale di questo esplosivo era stata requisita dall’amministrazione dell’esercito. Mentre veniva sviluppata limitatamente ai mezzi la dotazione delle mine, si provvedeva anche al naviglio posamine. Le cannoniere Brondolo, Marghera e Castore furono destinate a Venezia, il vecchio incrociatore torpediniere Tripoli a Brindisi, la Betta 5 a Taranto. Per la posa degli sbarramenti offensivi erano invece già destinate e allestite fin dal tempo di pace le navi Puglia, Liguria, Minerva, Partenope c Goito, ma la loro scarsa velocità fece subito comprendere che non sarebbero state adatte allo scopo ed in conseguenza molto rapidamente si iniziò la costruzione di speciali sistemazioni per la posa delle mine a bordo di numerose unità leggere. Per rimanere nell’argomento relativo alle armi subacquee aggiungeremo che, appena scoppiata la guerra europea, si rese difficile il rifornimento dei siluri, ed in conseguenza si provvide a dare notevole sviluppo alla officina di S. Bartolomeo alla Spezia e a far sorgere a Napoli un altro stabilimento di costruzione di tali armi. Il quantitativo di 2000 siluri, di cui disponevamo prima dell’entrata in guerra, fu però sufficiente ai bisogni.