— 260 — Con ritardo, ¡purtroppo, si dovè quindi cominciare a rivolgere l’attenzione al rapido sviluppo che l’Austria tra il 1900 e il 1910 aveva dato alla sua flotta fino a quell’epoca ¡poco temibile. Tale preoccupante situazione dell’ Italia nei riguardi della sua situazione navale non era sfuggita allo stato maggiore che fin dal 1908 in un promemoria presentato alla commissione suprema ’ di difesa prospettava nei seguenti termini la necessità di portare l’entità delle forze navali rispetto all’Austria nel rapporto da 2 a 1. « L’Austria avvalendosi della capacità particolare della sua costa alle operazioni per linee coperte, probabilmente, adotterà una tattica di temporeggiamento, in base alla quale le sue unità da battaglia saranno mantenute, in stato ¡potenziale, lungo i sorgitori dalmati, mirando col naviglio leggero e con le siluranti, a minacciare, offendere e stancare le forze avversarie ed eventualmente a perturbare ed interrompere le linee di rifornimento della nostra flotta. Tutto ciò in attesa di potere poi, al momento opportuno, se le condizioni della guerra lo permetteranno, far uscire al largo le unità maggiori per ingaggiare con le nostre una vera e propria battaglia navale di effetti risolutivi. « Una guerra svolgentesi nelle circostanze ora dette, pare, abbia molta rassomiglianza con quelle 1 Relazione alla commissione suprejna per la difesa dello Stato sulla preparazione delle forze marittime nazionali (1908).