— 273 — tieri dell’ industria privata era già stato consegnato alla R. Marina il primo gruppo di 38 torpediniere costiere (le così dette P. /V.), le cui ultime superstiti di una gloriosa e numerosa famiglia di 75 unità stanno per lasciare oggi, dopo ben vent’anni di attività, i quadri del naviglio. Tale lungo stato di servizio costituisce per se stesso il migliore elogio che si possa fare al tipo di nave ed all’ industria italiana che le ha costruite. Durante la guerra queste piccole siluranti, di sole 130 tonnellate, progettate in origine per sostituire nella difesa ravvicinata delle coste le vec-che torpediniere Shichau, furono impiegate per necessità di cose per l’azione offensiva ed ebbero sulle coste nemiche il loro naturale campo di attività, sostituendo le vecchie torpediniere di alto mare non più rispondenti alle esigenze del momento e che trovarono invece più utile impiego nelle scorte dei convogli e nel servizio di dragaggio. Esaminiamo per ultimo le condizioni del nostro naviglio subacqueo nel 1914. Quantunque la marina italiana fosse stata una delle prime a iniziare gli studi e le esperienze concrete sulle possibilità dell’arma subacquea, nel primo decennio del ’900 essa non aveva proseguito attivamente tali studi, e la flotta sottomarina era stata piuttosto trascurata, non ostante che molti tra i giovani ufficiali ne avessero intuita 1’ importanza. Lo scarso sviluppo dato al sommergibile non deve tuttavia essere attribuito che parzialmen- 18 — La marina italiana, ecc., Voi. I.