— 208 — nere per lungo tempo estranea al grande urto dei popoli e che l’interesse nazionale ci avrebbe inevitabilmente portato a partecipare al conflitto. Rapidamente in Italia si formava quella corrente popolare che non lasciava molti dubbi circa l’orientamento delle future nostre azioni. L’oggetto della attenzione per la marina divenne naturalmente l’Adriatico che presumibilmente sarebbe stato il campo d’azione della nostra flotta. Tuttavia un immediato concentramento delle forze navali in Adriatico non era possibile, sia per ragioni politiche, sia per ragioni tecniche. Le ragioni politiche facevano infatti ritenere come più conveniente la dislocazione in una zona nella quale la flotta fosse pronta ad entrare in azione rapidamente senza però manifestare chiaramente in un primo tempo contro quale stato fosse diretta la nostra azione. Inoltre la mancanza di basi pronte, specialmente nell’Adriatico meridionale, non ne consentivano colà una dislocazione conveniente. La comoda base di Taranto, prossima all’Adriatico e nello stesso tempo in posizione tale da dare ogni libertà al movimento della flotta, parve la più indicata e le forze navali si concentrarono in quel sorgitore. Essendo venuta meno la ragione della precedente distribuzione organica delle forze navali suddivisa in due squadre, com’era previsto dalla convenzione navale con gli alleati, si provvide a riunire le forze navali in un complesso che assunse