— 156 — luse le speranze e rese manifesto che la desiderata pace veniva minacciata. Tuttavia nè gli uomini di governo nè i popoli percepirono subito chiaramente quanto gravi e rapide conseguenze dovessero seguirne; nei primi giorni di luglio si può dire che nemmeno le cancellerie di Vienna e di Berlino prevedessero imminente una soluzione del conflitto con le armi. Ad ogni modo il rapido succedersi degli avvenimenti non colse impreparata la marina italiana, che già alla fine della primavera, dopo ultimati i periodi di lavori, era pronta a prendere il mare con le migliori divisioni della flotta. Lo stato maggiore aveva già fissato il programma delle esercitazioni di allenamento che dovevano essere svolte, ed era stato previsto che le grandi manovre dopo le gare di tiro e di lancio avessero per tema la riproduzione* di un’azione combinata fra la flotta italiana ed austriaca contro quella francese. Tali disposizioni erano state prese in considerazione degli accordi esistenti fra 1’ Italia e gli Imperi centrali, a cui stava di fronte una convenzione navale anglo-francese concertata nel febbraio 1913. È qui opportuna una sia pur brevissima illustrazione di tali convenzioni. L’accordo italo-austriaco concluso fino dal 1900, pur facendo parte delle varie convenzioni militari esistenti fra l’Italia, Germania ed Austria, non contemplava allora la partecipazione di forze na-