— 26 — Quanto preziosa sia stata l’opera di assistenza prestata dalla R. Marina ai Serbi in tale occasione, può facilmente essere compreso dalla lettura del rappòrto del comandante della nave ospedale che riproduciamo nella sua integrità: «Mi recavo subito dal R. Console cav. Dolfini, per prendere gli opportuni accordi circa 1’ imbarco degli ammalati e feriti. « Mi recavo quindi dal governatore militare locale serbo, colonnello Bulich e con lui e i suoi sanitari venne stabilito che l’imbarco avrebbe avuto inizio l’indomani 9 febbraio alle ore 6 del mattino. Mi resi subito conto che più che feriti si sarebbe trattato di ammalati essendo il concetto delle autorità quello di sgombrare i locali adibiti ad ospedali ed infermerie del massimo numero di degenti per far posto ai feriti delle azioni prossime e probabilmente risolutive della presa di Scutari. «Altro fatto che risultò lucidamente fu l’avversione mostrata dai sanitari serbi a permettermi, assieme ai medici, di visitare gli ospedali o locali adibiti a tale uso. « Gli ammalati vi erano ammucchiati in modo indescrivibile e sotto una coperta stavano spesso tre persone : il vitto scarsissimo, deplorevole la pulizia, scarsi i rimedi, elevata la mortalità. « Poco prima del tramonto una commissione di medici serbi si presentava a bordo pregando a nome del colonnello Bulich di andare, prima di sgom-