334 GIUSEPPE STEFANI Per dire il suo martirio e il suo coraggio evocherò l’eroe dalle cento ferite, quel Carlo Zeno, il cui animo era di così smisurata potenza che non gli esciva mai fuori per quanto larghi fossero i tagli onde gli fu prodigo il nemico. Avendo una saetta conficcata nella gola, al passo del Brondolo, egli condusse col muto gesto le sue galere. Riconoscete l'eroica somiglianza! il ferro conficcato in quel-l’altra gola fa il suo silenzio più eloquente d’ogni clamore. Lo Zeno ebbe strappata la freccia da un marinaio; e visse e vinse e gridò nel sangue la gioia delle liberate acque. Io voglio bere a quest’atteso marinaio d’Italia che un giorno compirà il medesimo atto e raccoglierà il medesimo grido. Inutile aggiungere che anche queste parole, come tutte le precedenti manifestazioni collegate con la Nave, furono oggetto di esacerbati commenti da parte della stampa austriaca, per la quale d’Annunzio finì col diventare una specie di bersaglio obbligato di tutti gli sfoghi antitaliani. Fu quindi, non sappiamo se più ingenuo o temerario l’invito rivolto due anni dopo a d’Annunzio di ripetere a Trieste una conferenza d’argomento aeronautico, tenuta a Milano il 21 febbraio 1910. Il discorso, ripetuto poi in qualche altra città portava il titolo «Per il dominio dei cieli» e postulava la costituzione di un’armata aerea che fosse in grado di fronteggiare gli sforzi che l’Austria stava facendo per sfruttare questo novissimo mezzo di guerra. Ad un certo punto del discorso, d’Annunzio accennando alle grandi opere fortificatorie che a Sebenico ed a Cattaro la duplice Monarchia stava compiendo per mettere denti alla costa orientale dell’Adriatico, aveva affermato che questo mare sembrava dover essere per noi un abisso di innominato silenzio e l’accenno aveva provocato una vivace manifestazione irredentistica degli uditori milanesi. Telegrafata ai giornali viennesi e da questi messa in grande rilievo, la frase venne travisata, dandole un contenuto ed un significato più drasticamente antiaustriaci di quanto in realtà non avesse e fu quindi oggetto di esasperati commenti. A Trieste, la conferenza doveva essere ripetuta il 1° marzo al Politeama Rossetti. I posti erano già da parecchi giorni tutti venduti e, dati i prezzi di circostanza, i più alti che si fossero mai avuti per la conferenza di un uomo celebre, si era fatto calcolo sopra un incasso, per i tempi favoloso, di 8000 corone. Ma il 25 febbraio appariva sui giornali triestini il seguente comunicato dell’Agenzia ufficiosa: