L’intervento italiano in Albania prima e durante il conflitto mondiale 213 EPILOGO 7- v La conclusione che a questo punto si deve trarre concerne i sacrifici affrontati eroicamente dall’Italia per conservare l’unità politica, territoriale e strategica del territorio albanese, che i popoli balcanici volevano conteso e spartito: conservare questa unità al popolo albanese che fin dal 1878 aveva invocato dall’Italia l’intervento e la protezione. L’Italia ha profuso il sangue dei suoi soldati — 7000 caduti per la difesa dell’unità albanese — ed ha speso successivamente, in Regime fascista, prima della liberazione dalla tirannia di Re Zog, un miliardo e 800 milioni di lire in opere pubbliche. Il diritto italiano, dunque, ad amministrare e rappresentare quel paese si fonda su tradizioni semplicissime, che risalgono a Roma e a Venezia, ma trova la sua forza incrollabile nell’impero fascista. Il dissidio austro-italiano ebbe nella questione albanese una causa sempre aperta, che il trattato della Triplice con il principio dello statu quo non bastava a sedare, in quanto che l’Austria attendeva il momento opportuno per impadronirsi dell’Albania, chiave dell’Adriatico. L’Italia inviò fin dal dicembre 1914 i suoi marinai e i suoi bersaglieri a presidiare Valona, e tenne in iscacco, durante la grande guerra, con i suoi Corpi d’Armata e con l’audacissima aviazione la potenza absburgica. Il 4 novembre 1918 l’impero austriaco crollava definitivamente, ma gli alleati svalutarono l’azione continua, esasperata, tenacissima ed eroica di sgretolamento operato contro l’Esercito austriaco dalle Forze Armate di Re Vittorio Emanuele III, il Sovrano che a Peschiera aveva imposta ai generalissimi di Francia e d’Inghilterra la sua volontà circa le operazioni della riscossa sul Piave. L’Albania è destinata ad assumere una grande funzione nella politica dell’«Asse». Essa rappresenta la testa di ponte per i futuri sviluppi di un collegamento tra l’Adriatico e il Mar Nero, e Trieste ne trarrà vantaggi di primo ordine se gli organismi mercantili e commerciali sapranno inserirsi nel sistema con anticipata e larga visione dell’avvenire. ROMANO DRIOLI BIBLIOGRAFIA LUIGI CADORNA: «Altre pagine sulla grande guerra», A. Mondadori, Mi-lano, 1925. Generale BOMBIANI - Maggiore PREPOSITI: «Le ali della guerra», Monda-* i _ dori, Milano, 1931. ALDO VALORI: «La guerra italo-austriaca» (1915-1918), Bologna, Zani-chelli 1925 JACQUES BOURCART. «L’Albanie et les albanais», Editions Bossard, Paris,