TRIESTINI NEL RISORGIMENTO 101 cali possiamo leggere la seguente sdegnosa invettiva, forse pure uscita dalla penna animosa del Maffei: «Agli improperii dell’organo ufficiale «L’Osservatore Triestino» rispondiamo con poche parole. Coloro i quali fecero parte dell’eroica spedizione di Villa Glori sono per noi degni di lode e devono, devono essere onorati dal municipio di Trieste e da ogni onesto cittadino». A questo proposito non ho bisogno di ricordare che nella sublime spedizione dei Settanta di Enrico Cairoli erano stati presenti insieme con colui che fu poi il grande amico del nostro Maffei, Giusto Muratti, due altri figli di Trieste, Gian Luigi Vidali e Pietro Mosettig, che fu gravemente ferito. E’ facile imaginare che questo primo numero del «Gazzettino Rosso», così promettente e così compromettente, non sarà stato risparmiato dalla polizia austriaca. Nel 1878 Guido Maffei è uno tra quelli che, come Guglielmo Oberdan, disertano dall’esercito austriaco che marciava alla ingiusta conquista della Bosnia. E riparò in Italia. A Roma si incontrò con Guglielmo Oberdan, più giovane di lui di dieci anni, col quale strinse salda amicizia e che non abbandonò più. Nel 1879 fu uno dei fondatori dell’Associazione per le Alpi Giulie, e nell’agosto del fatale 1882 ospitò l’Oberdan a Napoli alla vigilia del martirio: a Napoli i due triestini si trovarono a contatto con Giovanni Bovio e con Matteo Renato Imbriani. Dopo il sacrifìcio di Guglielmo Oberdan il Maffei perseguitato dalle polizie alleate, perchè sospetto, insieme con altri giovani nostri, di una fantastica congiura contro la vita dell’imperatore d’Austria per vendicare la morte del martire triestino, esulò in Inghilterra. Poco dopo rimpatriò e prese stabile dimora a Udine, centro delle manifestazioni irredentistiche giuliane, di cui era massimo organo il «Giornale di Udine» fondato nel 1866 da Pacifico Valussi. Questi riconoscendo il valore, la dirittura e il caldo patriottismo del triestino, lo accolse nella redazione. Dal 1893 Guido Maffei gli successe nella direzione del giornale che tenne poi insieme con un altro fuoruscito del 1878, Isidoro Furlani, fino a dieci anni or sono, che nella sede della «Dante Alighieri» a Udine fu festeggiato il suo ottantesimo compleanno tra il plauso di autorità e di amici, tra i quali vogliamo ricordare qui tre nostri indimenticabili soci trapassati: Ugo Zilli, Riccardo Zampieri, Carlo Banelli. Allora al venerato nestore del «Giornale del Friuli», succeduto al «Giornale di Udine», fu consegnata solennemente un’aurea medaglia di benemerenza, fregiata con gli stemmi accoppiati di Udine e di Trieste. Medaglia che il Maffei offerse alla Patria nell’anno memorando delle sanzioni.